Bambini sfruttati per i semi di cotone |
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sabato, 03 gennaio, 2004
(cbgnetwork.org)
Sia la ProAgro Ltd, una sussidiaria
della multinazionale tedesca Bayer, che la
multinazionale americana Monsanto, fanno uso su
vasta scala di pericolose forme di lavoro minorile
nella produzione di semi di cotone in India. Si stima
che circa 2.000 minori, in maggioranza bambine,
lavorino una media di 10-13 ore al giorno per
ProAgro, e circa 17.000 lavorino per Monsanto e per
la sua sussidiaria Indiana Mahyco. Quiesti bambini
non vanno a scuola, guadagnano circa 40
centesimi di euro (20 rupie) al giorno e, durante il
lavoro, sono esposti a pericolosi pesticidi quali
Endusuphan. Oltre 11.000 bambini lavorano in
condizioni analoghe per le multinazionali Syngenta
(Svizzera), Advanta (Olanda-Gran Bretagna) e
Unilever. Questi sono i risultati di una ricerca
eseguita dallo studioso indiano Dott.
Venkateswarlu per conto di Indian Committee of the
Netherlands.
Nel solo stato indiano dell’Andhra Pradesh
lavorano nella produzione di semi di cotone
247.800 bambini e in tutta l’India circa 450.000. Le
compagnie che producono semi di cotone, non
impiegano i minori direttamente, bensì
attraverso le fattorie a cui subappaltano la
produzione dei semi. Le compagnie fissano
unilateralmente un prezzo per gli agricoltori che
rende praticamente impossibile per loro l’impiego
di adulti. Un bambino guadagna il 30% in meno di
una donna e il 55% in meno di un uomo.
La produzione di semi di cotone richiede molta
mano d’opera. Il settore è ‘unico’ poiché 9 su 10
persone impiegate sono bambini tra i 6 e i 14 anni
di età. In generale sono tenuti in schiavitù presso il
datore di lavoro per mezzo di pagamenti anticipati
fatti alle loro famiglie. Secondo lo studio del Dott.
Venkateswarlu, almeno il 30% dei bambini sono
reclutati attraverso intermediari e lavorano lontani
da casa. Essi lavorano 12-13 ore al giorno e
dormono nella stalla con il bestiame della fattoria o
in campi appositi dove trovano alloggio da 10 a 30
bambini.
Per esempio Narasamma ha 12 anni e da tre anni
lavora nei campi dove vengono prodotti semi di
cotone. Dorme col bestiame assieme ad altri
emigrati e lavora più di 13 ore al giorno con due
pause. Si ammala regolarmente dopo l’irrorazione
di pesticidi e guadagna 800 rupie (€ 16) al mese.
Dopo l’aumento di pressione da parte dell’opinione
pubblica, Monsanto, Emergent Genetics, Syngenta,
Advanta e ProAgro/Bayer, hanno accettato di
cooperare con la MV Foundation, una reputabile
fondazione nello stato dell’Andhra Pradesh, per
eliminare il lavoro minorile dalla produzione di
semi di cotone. Questo è stato il risultato di un
incontro tra le compagnie citate e la MV Foundation
tenutosi il 6 e 7 settembre a Hyderabad, la capitale
dello stato Indiano dell’Andhra Pradesh. Le
compagnie presenti fanno tutte parte dell’
Association of Seed Industry (ASI). Anche l’ASI,
durante la propria assemblea annuale tenutasi il
13 settembre, ha passato una risoluzione per
scoraggiare attivamente, sia direttamente che
attraverso i propri membri, la pratica del lavoro
minorile nella produzione di ibridi di semi di cotone
e per compiere inoltre passi efficaci assieme agli
altri enti interessati per
sradicare questa piaga dall’industria degli ibridi di
semi di cotone.
Il Dott. Shantha Sinha, segretario della MV
Foundation e presidente dell’incontro ha scritto:
"Tutte le compagnie presenti hanno ammesso che
nelle fattorie a cui esse hanno subappaltato la
produzione di semi viene utilizzato il lavoro minorile.
Hanno anche riconosciuto che spetta al loro ruolo
di responsabilità sociale di correggere la
situazione. Tutte le compagnie hanno ammesso
per la prima volta la loro responsabilità il che
costituisce un
grosso passo avanti." Nel marzo 2004 ci sarà un
altro incontro tra le compagnie e la MV Foundation
per monitorare i progressi compiuti.
Per ulteriori informazioni vedere:
http://www.indianet.nl/cotseed.html.
Fonte: Coalizione contro i pericoli derivanti dalla
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